“Dette parecchie inesattezze e volutamente omesse alcune informazioni, ci tengo a fare alcune precisazioni”.
Nonostante lo scarso interesse suscitato dalle affermazioni del candidato Sindaco Caprioglio durante un video diffuso negli scorsi giorni, siccome sono state dette parecchie inesattezze e volutamente omesse alcune informazioni, ci tengo a fare alcune precisazioni.
Quando ci siamo insediati nel 2011, subentrando all’Amministrazione Canova (centro-destra), con la presenza di Simion e Pauna, ci siamo trovati con due Società Partecipate che facevano acqua da tutte le parti, producendo importanti debiti. L’allora Direttore delle stesse, Nicola Sirchia, talmente era tranquillo sulle cose fatte che si dimise pochi giorni prima di quelle elezioni.
Delle due Partecipate, una si occupava dei Servizi, ovvero Casa di Riposo, Farmacia, Asilo nido. L’altra, chiamata Sviluppo Santhià aveva in gestione il PIP (area di sviluppo produttivo). È chiaro che per prima cosa ci occupammo della società dei Servizi.
Capimmo subito che per risanare dovevamo esternalizzare tali servizi e ne sono ancora oggi fermamente convinta. Il compito è stato difficile. Da una parte garantire il lavoro ai dipendenti in modo equo, cercando nel contempo di non aumentare troppo le rette. Sulla Farmacia, che una leggenda metropolitana vuole portatrice di molti guadagni, la mia memoria va ad Agatino Manuella che lottava perennemente con richieste di pagamenti di medicinali da parte di case farmaceutiche che a volte venivano richiesti anche doppi… Sicuramente non era più florida come poteva esser stata un tempo.
Dopodiché si trattava di prendere in mano la questione del PIP. Nato molti anni prima, con piccoli lotti dedicati ad artigiani e piccole imprese. Invece di lasciarlo gestire a Nordind S.p.A (società specializzata in realizzazione e gestione di aree attrezzate per l’insediamento di attività economiche e produttive) che in zona si occupava di questo, gli amministratori dell’epoca si inventano la Partecipata: producono spese di rappresentanza ed eventi che ritenere consoni e propedeutici allo sviluppo e al marketing di quest’area industriale risulta estremamente difficile; pagano pure un professionista che trova una Banca per aprire un finanziamento (cosa che una persona normale riuscirebbe a fare in autonomia, ma loro no) e – ciliegina sulla torta – anziché mantenere tali terreni a prato, li urbanizzano, creando strade e sottoservizi, ma creando soprattutto altri debiti e vincoli per possibili vendite future. Infatti i principali debiti sono nei confronti della Banca che ha concesso il finanziamento, e della Lys Srl (impresa che si è occupata dell’urbanizzazione) a cui non è stata più pagata l’ultima tranche.
In questi 10 anni di Amministrazione abbiamo incontrato almeno 5 soggetti importanti, interessati ad una trattativa di acquisto. Tutti necessitavano di grandi spazi, quindi si trattava o di disfare l’urbanizzazione o di allungarsi a nord inserendo altri terreni agricoli. Prezzo di vendita: euro 50 al mq… fuori mercato rispetto alle aree vicine non urbanizzate che venivano proposte a 20 euro.
Per almeno tre anni il Revisore dei Conti non ci ha permesso di abbassare il prezzo (a rischio di creare il fenomeno di danno erariale). In seguito, con la predisposizione di due manifestazioni di interesse, purtroppo andate deserte, abbiamo ottenuto la possibilità della diminuzione del prezzo. Nel contempo la Regione che aveva anticipato il finanziamento per l’acquisto dei terreni, chiedeva al Comune la restituzione della somma, e quindi abbiamo proceduto ad effettuare un piano di rientro, che annualmente stiamo onorando. Attraverso soggetti professionalmente qualificati a commercializzare quest’area e da noi incaricati, arriva anche l’interesse dell’azienda ARaymond Italiana Srl. Molti incontri e trattative, poi la loro scelta ricade su Vercelli.
Ed arriviamo ora all’argomento Corte dei Conti, tirata in ballo dal nostro avversario pensando di fare clamore e metterci in cattiva luce: forse non sa che la Corte dei Conti è stata interpellata proprio da noi in prima battuta, per avere un parere in merito ed esser certi di fare sempre i giusti passi. Legittimo quindi un loro approfondimento, anzi ben gradito! Logicamente non imputano a noi particolari responsabilità, ma ci hanno giustamente chiesto conto dei passi messi in atto per incentivare la vendita.
Una cosa è certa: dagli altri soggetti coinvolti in queste trattative ci è sempre stata chiesta discrezione, che noi abbiamo mantenuto. Quando ci si rende conto di non riuscire a realizzare la vendita, facile invece riversare tutta la responsabilità sull’Amministrazione! Ma soprattutto credo che per un corretto amministratore, porsi domande, ed avere qualche rimpianto per non aver messo in gioco ancor più risorse, o più ore dedicate alla risoluzione del problema, sia non solo umano ma necessario. Anche quando, come è capitato in questi ultimi 10 anni la presenza in Comune di Sindaco, Assessori e Consiglieri di Maggioranza è stata massiccia, propositiva, onesta e compatta.
Che dire invece del passato, quando vi sono stati Vicesindaci e Assessori diciamo così “a loro insaputa”, e tutto veniva deciso nelle segrete stanze da una, massimo tre persone?!
Suggeriamo quindi ai nostri avversari di studiare un po’ più a fondo i vari dossier tematici se la loro strategia è quella di gettare fango a prescindere, senza però portare idee costruttive in merito. Non lo diciamo per noi. Ma per loro. Farebbero sicuramente figura migliore.
Angela Ariotti
Vice Sindaco, Assessore all’Ambiente
Candidata Sindaco per la Lista Civica Impegno per Santhià
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